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Il cinghiale è sempre stato fin dall’antichità una preda ambita. Può raggiungere un metro e ottanta di lunghezza ed ha una struttura compatta. La sua pelle è molto spessa e ben ricoperta di pelo. Presenta una dentatura massiccia con delle zanne ricurve che gli permettono di difendersi.
Il cinghiale in umido è una delle pietanze più diffuse sul territorio; gustoso e deciso, è un secondo piatto della Valtiberina, come della Val d’Orcia e di altre zone della Toscana. Il sapore della carne è un misto tra la carne di suino e il sapore della cacciagione.Avendo un sapore forte e selvatico, deve essere cucinato in modo da togliere questo retrogusto, utilizzando spezie specifiche e stando attenti alla rosolatura.
Si presta benissimo alla preparazione di moltissime ricette, come lo spezzatino di cinghiale al vino, cinghiale al ginepro, polenta e spezzatino di cinghiale, tagliatelle al ragù bianco di cinghiale, cinghiale al cioccolato. Quest’ultimo piatto, durante il 1400, sotto il potere di Lorenzo il Magnifico a Firenze, veniva insaporito con il cacao amaro, prodotto appena importato dalle Americhe.