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Quando dici “Vin Santo” dici Toscana. Questo tipo di vino, tra i più famosi vini liquorosi in assoluto, nella regione occupa un posto privilegiato fin dal Medioevo.
Sulle origini del suo nome diversi sono i racconti, il più fondato è quello appartenente ad una leggenda senese secondo la quale, nel 1348, un frate distribuiva un vino impiegato per celebrare messa che era apparentemente in grado di guarire i malati che lo bevevano; da qui la convinzione che fosse miracoloso e quindi “santo”. Non è comunque escluso che più semplicemente fosse stato definito santo per il suo uso durante la Messa. Dal colore che va dal giallo paglierino all’ambrato intenso, il Vin Santo del Chianti DOC ha al palato un sapore vellutato e un profumo intenso e caratteristico. L’uvaggio impiegato per realizzarlo è il Trebbiano toscano e Malvasia (almeno 70%) ed eventuali vitigni complementari a bacca rossa o bianca.
La sua zona di produzione coincide con quella del Chianti DOCG, comprende le province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena; i grappoli, raccolti al giusto grado di maturazione, vengono sottoposti ad un processo di appassimento così da aumentarne la percentuale di zuccheri, poi pestati, fino ad ottenere il vino che viene messo a riposare in botti di rovere o di castagno. Il Vin Santo del Chianti DOC è un vino che si abbina bene con la frutta, in particolare con quella secca e con la tipica pasticceria secca toscana come i cantucci. Il riconoscimento DOP (Denominazione Origine Controllata) ottenuto nel 1997, ha segnato un traguardo importante nella valorizzazione di un prodotto ormai simbolo della viticoltura toscana del Chianti.
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