Non tutti sanno che il Granducato di Toscana fu il primo stato ad abolire ufficialmente la pena di morte e che proprio in questi giorni cade la ricorrenza!
La Regione Toscana festeggia infatti il 30 novembre l’editto firmato nel lontano 1786 nelle stanze del Palazzo Reale di Pisa, dalla mano del Granduca Pietro Leopoldo.
L’iniziativa del Granducato faceva della Toscana il primo “paese” al mondo che optò per l’abolizione non soltanto della pena di morte, ma anche la tortura. Con questa iniziativa la Toscana dava vita ad un movimento all’avanguardia, che nel giro di poco tempo fu preso modello nel resto del mondo.
Un modello esportato in tutto il mondo
In alcune decine di anni, altri stati italiani ed europei adottarono il modello toscano riprendendo il contenuto e le modalità della Legge di Riforma Criminale, la numero LIX del 1786. L’abolizione della tortura e della pena di morte furono poi formalizzate all’interno dell’articolo 51 della legge.
Il passo indietro ed il ritorno all'abolizione
Nonostante l’impegno, dopo 4 anni la pena di morte fu reintrodotta prima di scomparire definitivamente Il 30 aprile 1859, alla vigilia del Referendum che portava la Toscana all’annessione dello Stato Italiano.
La nostra regione rimase comunque un esempio pioneristico, tenendo conto che lo Stato Italiano decise per la definitiva abolizione soltanto trent’anni dopo, nel 1889.