Le origini del Carnevale di Viareggio risalgono al lontano 1873. In quegli anni era una festa di élite, celebrata negli sfarzosi locali del Teatro Puccini e del Regio Casinò. Proprio da un gruppo di giovani frequentatori di queste feste, nacque l’idea di organizzare una sfilata.
Precursori dei famosi carri allegorici dei giorni nostri, furono delle carrozze riempite di fiori che percorsero la via Regia della città per la prima volta il 24 febbraio 1873, in occasione del martedì grasso.
Nel 1883 i carri allegorici, sostituirono le carrozze fiorite. I carri monumentali erano strutture in legno e Juta, modellati ed allestiti da artigiani e lavoratori locali. Agli inizi del XX° secolo il baccanale si spostò sulla passeggiata a mare, uno splendido palcoscenico naturale che portò ancora più stimoli e prestigio al Carnevale.
Il 1921 fu una data molto importante, perché la manifestazione iniziò una campagna di autopromozione, creando un suo inno ufficiale “Coppa di Champagne” e realizzando una rivista ufficiale “Viareggio in maschera”.
La vera svolta, che trasformò il Carnevale di Viareggio, nel carnevale che conosciamo oggi fu nel 1925. In quell’anno venne infatti inventata la tecnica della carta a calco per costruire i carri, tecnica conosciuta da tutti come cartapesta. Questo materiale, estremamente malleabile, permise ai costruttori di realizzare carri sempre più grandi e complicati, ma incredibilmente leggeri.
Nel 1930 venne ideata dal pittore Uberto Bonetti, la maschera simbolo del carnevale: il Burlamacco. Il pittore volle riassumere nell’immagine simbolo, i due momenti clou della vita viareggina, ovvero l’estate e il Carnevale.
Il baccanale si è fermato solamente in occasione di eventi funesti come le guerre mondiali.