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Reggello

Arte e cultura

L'Abbazia di Vallombrosa

Fondata da monaci amanti della foresta, in una riserva naturale incontaminata

Vallombrosa è un luogo in grado di soddisfare diversi interessi: naturalistici, storico-artistici, ricreativi e spirituali e iniziò ad attirare il turismo tra il XIX e il XX secolo. Le principali attrazioni sono l'Abbazia, la riserva naturale e gli arboreti.

 

Come arrivare a Vallombrosa

 

Nota per essere luogo di relax, Vallombrosa dispone di numerosi sentieri adatti a chi vuole fare escursioni. 

 

  • In auto: prendere l'autostrada A1 fino all'uscita Incisa - Reggello, poi la strada provinciale 85.
  • In autobus: linea 343 (Firenze-Pontassieve-Saltino-Vallombrosa).

 

Storia dell’abbazia a Vallombrosa

 

Menzionata per la prima volta in un documento del 103 d.c., l'Abbazia ha attualmente un aspetto seicentesco, giunto dopo una serie di fasi che si protrassero dal medioevo fino al rinnovamento barocco. L’abbazia è immersa in una ricca storia e circondata dalla splendida Foresta di Vallombrosa, dichiarata Riserva Biogenetica Naturale nel 1973. 

 

Nel 1008, dal Monastero di San Miniato a Firenze partì Giovanni Gualberto, nobile fiorentino da poco divenuto monaco. Cercava un luogo isolato per la riflessione spirituale; dopo l'incontro con San Romualdo, giunse in località “Acquabella”, dove già sorgeva un piccolo eremo. Fu qui che venne creato il Monastero di Vallombrosa, con celle di legno costruite per i nuovi adepti; nel 1015 i monaci lo elessero come loro superiore, dando vita alla nuova congregazione vallombrosana: aderivano alla regola di San Benedetto, basata sul precetto "ora et labora" - prega e lavora. 

 

Verso la fine del XV secolo il complesso assunse le caratteristiche e l'aspetto attuali, nel XVIII secolo, davanti all'Abbazia fu costruita una grande vasca, utilizzata per l'allevamento delle trote e per la produzione del ghiaccio. Dopo un periodo di soppressione in epoca napoleonica, il monastero fu riaperto nel 1817 dal Granduca Ferdinando. Fu solo nel 1949 che ai Benedettini fu permesso di ritornare.

 

L’abbazia di Vallombrosa oggi

 

L'ingresso rivela la bella facciata seicentesca progettata da Gherardo Silvani, mentre l'esterno conserva un impianto medievale nonostante le caratteristiche barocche. L'Abbazia custodisce numerose opere d'arte, tra cui un bassorilievo robbiano nel vestibolo accanto al refettorio, quindici tele di Ignazio Hugford e un coro ligneo intagliato e intarsiato da Francesco da Poggibonsi.

 

Curiosità

 

  • San Giovanni Gualberto fu canonizzato nel 1193 da papa Celestino III ed è patrono dei guardaboschi, dei guardaparco e dei parchi in generale.
  • Nel corso del XVII secolo i monaci trasformarono il bosco in piantagioni di abete bianco mediante abbattimenti e reimpianti. Ciò li rese i precursori della coltivazione forestale che in seguito divenne prevalente in Europa centrale. 
  • Oggi i monaci che vivono e lavorano nell'abbazia collaborano con la guardia forestale del parco per preservare l'area naturale.
  • Vallombrosa è stato luogo di villeggiatura di scrittori, artisti, poeti e studiosi come Mary Shelley e Friedrich Nietzsche.
  • John Milton menziona Vallombrosa nel Paradiso perduto: Fitte come le foglie d’autunno che empiono i rivi. Di Vallombrosa, ove l’ombre d’Etruria, D’alti rami ad arco sovrastate, trovan ricetto.

 

Orari di apertura dell'abbazia
Inverno: 9.00-12.00 e 15.00-18.00
Estate: 6.00-12.00 e 15.00-19.00.

 

Orari messa
Luglio-Agosto: feriali 07.00 e 10.00 – festivi 9.30, 11.00, 17.00 e 18.00
Settembre-Giugno: feriali 07.00 – festivi 11.00 e 17.00 – prefestivi: 16.00

Photo credits: Grande Terra Toscana