La Giostra del Saracino è un torneo cavalleresco di origine Medievale che si svolge due volte l’anno ad Arezzo, nella cornice di Piazza Grande. Un evento capace di coinvolgere un popolo intero per il clima di festa e di giubilo che si respira per le vie della città, adornate di colori e musiche per l’occasione.
Due edizioni magiche: la prima, la Giostra di San Donato nella notte del penultimo weekend di giugno, tra sabato e domenica. La seconda, la Giostra della Madonna del Conforto, con l’arrivo dell’autunno, il primo sabato del mese, di giorno. In entrambe, gli squilli delle chiarine scandiscono il ritmo, dei figuranti e dei cavalieri che si danno battaglia alla conquista dell’ambita Lancia d’Oro.
Già Dante, nel XXII Canto dell’Inferno della Divina Commedia raccontava la rivocazione soffermandosi sulle gesta dei partecipanti:
“Corridor vidi per la terra vostra e vidi gir gualdane, fedir tornamenti e correre giostra”
Vivere però l’evento in prima persona è cosa ben diversa. Qui l’ardore per il proprio quartiere ha da sempre dato vita ad una rivalità cittadina, e lo spettacolo dei duellanti in lotta, ha un sapore particolare. Un sapore unico, toscano.
Ogni Quartiere dispone di due cavalieri, o giostratori, i quali devono cercare di ottenere il maggior numero di punti colpendo il tabellone sorretto da un fantoccio, il Buratto. Ogni sfidante, in sella ad un cavallo, percorre un breve tragitto obliquo sulla terra battura di Piazza Grande e si lancia contro il Buratto che sorregge il tabellone. La difficoltà sta nel colpire il quadrante del bersaglio, mentre l’arma rotante del fantoccio, il mezzafrusto, ostacola la precisione del colpo.
La somma totale dei punti guadagnati dai due duellanti per squadra, assegna la vittoria al Quartiere.
1. Porta Crucifera, in onore della chiesa di Santa Croce, rappresentato dal rosso e dal verde;
2. Porta del Foro, con sede nella zona di Porta San Lorentino dove si trova la chiesa di San Domenico, con abiti cremisi e giallo;
3. Porta Sant’Andrea, il cui nome deriva dal protettore Sant’Andrea Guasconi, indossa i colori bianco e verde;
4. Porta Santo Spirito, che prende il nome dal proprio quartiere, rivestito dal colore giallo e blu;
La splendida Lancia d’Oro, frutto della dalla sapiente lavorazione dell’artista Francesco Conti, massima espressione del Tuscan handmade. Un’asta in legno di noce, acero o tiglio; lunga oltre tre metri e mezzo e arricchita da finissime intagliature raffiguranti storie cittadine, pietre preziose e foglie d’oro.