Register
iscriviti gratuitamente ad It's Tuscany, scoprirai gli incantevoli territori della Toscana, i suoi prodotti e le sue tipicità
Privato
Azienda
 Registrami alla newsletter per ricevere offerte sui prodotti e news dai territori
Inviando questo modulo si accosente il trattamento dei dati personali sopra inseriti, per la funzione del servizio richiesto, i dati saranno tutelati in base al d.l. n 196 del 30 giugno 2003 decreto legislativo n. 196 del 30/06/2003
 * Spuntando la casella si accettano i  Termini e condizioni generali  di It's Tuscany

Firenze

Arte e cultura

La Certosa del Galluzzo

Il monastero certosino di Firenze

Se c’è un posto da non perdere nei dintorni di Firenze è la Certosa, il monastero situato nella frazione di Galluzzo, sulla strada proveniente da Panzano in Chianti.

 

Fondata nel 1342 sul Monte Acuto dal nobile fiorentino Niccolò Acciaiuoli alla confluenza dei due fiumi Ema e Greve, la Certosa del Galluzzo si è sviluppata nei secoli grazie alle numerose donazioni dei benefattori: segue le regole dei Certosini, emanate nel 1084 da San Bruno per il Monastero della “Grande Chartreuse” in Francia che ne imponeva la collocazione lontano dalla città, in un luogo che dovesse rimanere solitario e silenzioso.

 

Dedicata a San Lorenzo martire, è stata completata e abbellita fino al XVI secolo: vi soggiornarono l’Orcagna e Giovanni della Robbia e la Certosa fu rifugio di Jacopo Carucci, detto il Pontormo, durante la peste che colpì Firenze nel 1523 ad arricchire questa storia storia ricca e travagliata anche il soggiorno di Papa Pio VI nel 1798, sequestrato da Napoleone Bonaparte che poi mise fine alla comunità certosina e che solo nel 1819 poté farvi ritorno. 

 

Dopo l'unità d'Italia nel 1860, il governo lasciò entrare i monaci nella Certosa, ma gli edifici divennero proprietà dello Stato italiano, solo nel 1958, i Benedettini Cistercensi presero in gestione il monastero e resero accessibile al pubblico il vasto complesso architettonico. 

 

Cosa vedere a La Certosa del Galluzzo

 

Dal livello del cortile del magazzino, una scalinata monumentale consente l'accesso agli edifici del convento e ai chiostri:

  • La Pinacoteca allestita nel grande refettorio del palazzo, comprende numerose opere e numerosi ritratti di santi di Orazio Fidani (1550 e 1553). Sono visibili anche cinque affreschi, scene della Passione eseguiti dal Pontormo (1523 - 1525) durante il suo soggiorno alla Certosa per sfuggire all'epidemia di peste che imperversava a Firenze.
  • La chiesa di San Lorenzo, fondata nel Trecento, fu trasformata nel XVI secolo: è riccamente decorata con affreschi, dipinti e un sontuoso altare in marmo del XVI secolo. Gli stalli del coro ligneo corrono lungo tre lati degli stalli della chiesa.
  • I 2 chiostri: prima il grande chiostro rinascimentale, “il chiostro dei morti” poiché i monaci vi venivano sepolti, il numero delle tombe era strettamente quello delle celle, una nuova morte spostava i resti di un defunto precedente in una fossa comune; è decorato con un grande pozzo e ceramiche di Andrea e Giovanni della Robbia (XV e XVI secolo). Questo chiostro dà accesso al cosiddetto “Chiostro dei Conversi”, una piccola struttura formata da due logge sovrapposte che conducono al refettorio.
  • Le 18 celle dei monaci, alcune delle quali sono aperte al pubblico, si aprono sul chiostro dei morti. Ogni cella è composta da una camera da letto e una stanza per pregare, arredate con mobili essenziali e un piccolo giardino appartato: la configurazione di quelle celle è stata un modello per Le Corbusier per le sue unità abitative a Marsiglia.

Non perderti  la visita a questa superba location.

 

Photo credits: Elle Decor