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La lavorazione del vetro è stata da sempre una delle eccellenze artistiche italiane; in Toscana tradizionale è quella del vetro verde di Empoli. La lavorazione del vetro nella città, e in generale in tutta la Valdelsa, ha origini remote e già intorno ai primi del '400 è ricordata la presenza di botteghe per la produzione e la vendita.
La colorazione tipica che questo caratteristico vetro assumeva, il "verde Empoli", era dovuta all'alta percentuale di ossido di ferro contenuto nelle sabbie raccolte dai fiumi locali o dalle coste del Tirreno e che veniva poi utilizzata nella produzione. La lavorazione rimasta immutata nel tempo segue tutt'oggi le tecniche tradizionali, secondo le quali i maestri vetrai dopo aver lavorato la pasta di vetro incandescente con le bacchette, la soffiano a bocca all'interno di stampi fino a fargli assumere la forma desiderata.
Nato a corollario dell'attività agricola per la necessità di contenitori destinati a conservare due delle maggiori produzioni agroalimentari della regione Toscana, olio e vino, il vetro verde ben si prestava a questa funzione; soprattutto agli inizi era un materiale a basso costo e grazie al suo caratteristico colore filtrava la luce e conservava al meglio i prodotti al suo interno.
Per molti anni ha rappresentato il traino economico della comunità di Empoli. Per conoscere le tappe che hanno portato allo sviluppo di questa attività, si può vistare il Museo del Vetro di Empoli; al suo interno sono esposti gli oggetti di uso comune prodotti dalle antiche fornaci e spiegate le varie fasi del processo produttivo. Per tutelare l'attività vetraria empolese intorno agli anni '70 si è costituito il Consorzio Centrovetro con l'obiettivo di diffondere oltre confini la qualità e la tradizione del vetro toscano.