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Artigianato

Giaggiolo toscano

Simbolo di toscanità di San Polo

Non tutti, forse, sanno che c’è una zona in Toscana tra le colline del Chianti, dove i terrazzamenti in primavera prendono gli odori e le sfumature dell’iris. Tra le tante cittadine, anche la frazione di San Polo in Chianti il profumatissimo fiore viene coltivato da anni portando avanti una tradizione poco conosciuta.

L’Iris Pallida e la sua radice, dalla quale si ricava l’inconfondibile essenza delicata, sono materia preziosa per la produzione di profumi, creme, preparati erboristici molto impiegati sia in campo farmaceutico che cosmetico. Il giaggiolo toscano (nome comune dell’iris) ha rivestito una grande importanza economica in Toscana nel periodo tra l’800 e la fine del secolo scorso. Ma il prestigio del giaggiolo è testimoniato anche e soprattutto dallo stemma della città di Firenze: il giglio, emblema del Comune Fiorentino, altro non è che il giaggiolo bianco piantato nel Chianti.

Nella frazione di San Polo la coltivazione di questo bel fiore esiste dal 1842, grazie all’impegno di alcuni produttori che si sono dedicati alla creazione di una filiera completa nel territorio utilizzando ancora i metodi tradizionali. Seguendo procedure centenarie, intorno alla metà di settembre si effettua la loro piantagione nelle aree alto collinari. Dopo 3 anni, le piante sono pronte per essere raccolte, prevalentemente con tecniche manuali, e poi lavorate.

Per preservare una tradizione del territorio poco nota è nata anche l’Associazione Toscana Giaggiolo, fondata nel 1978. Oggi riunisce più di 200 coltivatori ed è diventata il riferimento principale in Italia per la produzione e vendita di rizomi d’Iris, qualità d’eccellenza esportata in Francia e nel mondo.

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