Non è autunno se non c’è il castagnaccio, questo dolce a base di farina di castagne, pinoli, uvetta e rosmarino è caratteristico delle zone appenniniche di Toscana, Liguria, Emilia e Piemonte.
Piatto povero della tradizione contadina, l'ingrediente principe, la castagna, era molto utilizzata perché poco costosa e molto nutriente.
Le prime ricette sul castagnaccio risalgono al 1500 e permettono di dedurre che sia di origini toscane, sembrerebbe infatti essere stato inventato da un certo Pilade da Lucca, anche se la ricetta inizia a diffondersi soltanto a partire dal tardo ‘800.
Nelle diverse zone della regione il dolce ha preso via via nomi e forme diverse: in Lunigiana è una torta molto sottile chiamata “patona”; a Livorno il castagnaccio è alto quasi tre centimetri ed è molto denso; nell’aretino non deve essere più alto di mezzo centimetro e infine, a Firenze, dove è una torta sottile con più nomi castagnaccio o migliaccio.
Una curiosità: pare che le foglie di rosmarino usate nella ricetta fossero un filtro d’amore e per questo motivo gli innamorati, non corrisposti, erano soliti offrire alla persona amata una fetta di questo dolce.
La ricetta per prepararlo prevede:
300 gr. di farina dolce di castagne;
50 gr. o più di pinoli;
80 gr. di uva passa,
400 ml. d’acqua,
6 cucchiai di olio extra vergine d’oliva,
Preriscaldare il forno a 180 gradi, mettere a bagno l’uvetta per un quarto d’ora, lavorare la farina con l’acqua, un pizzico di sale e un cucchiaio di olio per ottenere un composto omogeneo e senza grumi. Aggiungere i pinoli, l’uvetta strizzata e amalgamare. Predisporre un’ampia teglia di alluminio dai bordi bassi, ungerla d’olio e versarvi il semiliquido, un filo d’olio ed infornare.
Cuocere per circa 30 minuti, finché sulla superficie non si sarà formata una crosticina croccante.
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