Giotto, il suo nome per intero era Giotto di Bondone (anno di nascita fra il 1266 e il 1276), nasce a Colle di Vespignano, nel comune di Vicchio e fu il più importante pittore del XIV° secolo; da quasi sette secoli è indicato come il padre della pittura in tutta Europa e il primo dei grandi maestri italiani.
Conosci la sua storia?
8 curiosità su Giotto, allievo del pittore fiorentino Cimabue che ne capì molto bene l’incredibile talento e come raccontava Vasari nelle sue Vite, autore di molti straordinari affreschi e non solo all’interno di cappelle ad Assisi, Roma, Firenze, Padova e Napoli.
Dato che si sa poco della sua vita e sono poche le sue opere documentate, le attribuzioni e una cronologia stilistica dei suoi dipinti rimangono spesso problematiche e soggette a speculazioni.
- Vicchio, spettatrice di illustri
Il paese che ha fatto da cornice alla prima parte della vita di Giotto, Vicchio, è curiosamente anche scenario di vite di altri grandi toscani nella storia: anche Beato Angelico nacque qui e in questa perla del Mugello trascorse parte della sua esistenza Benvenuto Cellini.
- Uomo del Medioevo
Possiamo tranquillamente dire che Giotto sta alla pittura come Dante sta alla letteratura (fra l’altro erano praticamente coetanei dato che il Sommo Poeta nacque nel 1265):
entrambi crearono un linguaggio che si puo` definire, per la prima volta, “nazionale” in Italia. Giotto visse infatti tra la fine del 200 e l’inizio del 300, lavoro in periodo storico che del Medioevo ormai aveva poco o nulla: fu l’uomo che aprì le porte all’Umanesimo.
- Il rapporto con Cimabue
Giotto fu allievo di Cimabue; questo si può intuire anche dal fatto che lo stile di Cimabue era, per certi aspetti, simile a quello di Giotto nell'intenzione: una connessione fra i due sembra imprescindibile. Cimabue aveva cercato, come nessun artista prima, di andare oltre le forme stilizzate del Medioevo.
Non ci riuscì del tutto, ma sembra quasi certo che Giotto abbia tratto ispirazione dal suo lavoro, dalla forza del suo disegno e dalla sua capacità di incorporare la tensione drammatica nelle opere.
- La gioventù e la famiglia tra mito e leggenda
Prima del 1287, quando si sposa con monna Ciuta (diminutivo di Ricevuta), di Giotto non si sa niente di preciso. Forse per questa parte della sua vita avvolta nel mistero, tutti i suoi biografi hanno deciso di infarcire la sua adolescenza di aneddoti che sono ormai legati alla sua figura, come quello del cerchio perfetto tracciato senza compasso, le pecore disegnate su un masso fino alla mosca disegnata talmente bene su un dipinto del maestro Cimabue che il poveretto passò molto del suo tempo nel tentativo di scacciarla.
Fatto è che a fine anni 90, oramai marito e padre, si stabilisce a Firenze e apre bottega: il lavoro non gli sarebbe mai mancato.
Fin dall’inizio, prendiamo ad esempio il Crocifisso in Santa Maria Novella a Firenze, e` gia` evidente come la sua visione artistica fosse diversa da altri artisti suoicontemporanei. Il corpo di Cristo è pesante, in una posa che evidenzia quanto sia sorretto solo dalle gambe piegate; non e` piu` la figura stilizzata resa “canonica”: e` un “semplice” uomo morto.
- La pittura di Giotto
Come descrivere la sua pittura? Drammatica e dal gran vigore, capace di mettere l’uomo al centro della scena. Lo stile pittorico di Giotto è unico, ricco di chiaroscuri, con figure che avevano profondità e corpo. In alcune decorazioni della Cappella degli Scrovegni la pittura e` aggiunta a strati e grumi per accentuare l’effetto tridimensionale: una tecnica avanti di secoli adottata poi da alcuni pittori moderni.
- Non bello come Leonardo
Se Leonardo da Vinci era considerato un adone per i canoni dell’epoca, Giotto era indubbiamente considerato brutto. Giorgio Vasari, sulla base di una descrizione del Boccaccio, scrive che “non c’era nessun uomo più brutto nella città di Firenze”.
Giotto era alto 1,58 centimetri, era un po’ zoppo per una caduta da giovane, aveva la testa grossa rispetto al corpo, un occhio più piccolo dell’altro e il collo taurino.
- Da buon toscano, dalla battuta pronta
Sempre Boccaccio ci dà altre informazioni su Giotto; nella VI giornata del Decamerone il giurista Forese da Rabatta, dice: “Senti Giotto, se adesso ci venisse incontro un forestiero che non ti avesse mai visto, vedendoti così brutto penserebbe che tu sei il migliore pittore del mondo?” Giotto risponde: “Sì, se guardando voi, penserebbe che sappiate l’abicì”.
- Amico di Dante?
Nella Divina Commedia, nell'XI canto del Purgatorio, Dante scrive che "Credette Cimabue nella pittura tener lo campo, e ora Giotto il grido, si che la fama di colui è scura...".
Il semplice fatto di essere stato menzionato da Dante, anche se non in modo particolarmente lusinghiero, era sufficiente a stabilire un’ottima fama al tempo.
Non ci sono prove che i due avessero un rapporto, ma avevano lavorato presso le stesse corti in Italia e abitavano a Firenze: la città all’epoca contava sulle 60.000 anime; troppo poche per pensare che due illustri concittadini non si conoscessero.
Infine, Giotto per Vasari ha rappresentato l'uomo che, ancora di più di Cimabue, si staccò dal Medioevo e inaugurò il "buon modo moderno". Fu solo nel periodo del Rinascimento, con Masaccio e Michelangelo, che nacquero i suoi veri successori.
fonti immagini: best 5, visit tuscany, wikipedia, memorandum, thermae abano montegrotto, paese sera