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Tra le più importanti e suggestive rievocazioni storiche della città di Arezzo vi è la Giostra del Saracino, torneo cavalleresco che si svolge due volte l’anno, la prima il penultimo sabato di giugno in notturna e la seguente nella prima domenica di settembre in edizione diurna. La manifestazione, che attira ogni anno milioni di visitatori, ha le proprie origini nel Medioevo; durante la rievocazione storica le vie si affollano di figuranti in costumi medievali accompagnati da cavalli e la città si anima dei colori delle bandiere e degli squilli delle chiarine; i tanti turisti e curiosi vivono un vero e proprio viaggio nel passato.
Questi tipici tornei medievali sono anche descritti dal sommo poeta Dante Alighieri all’inizio del XXII canto dell’Inferno, nel cui celebre passo iniziale cita proprio la giostra aretina:
“corridor vidi per la terra vostra,
o Aretini, e vidi gir gualdane,
fedir torneamenti e correr giostra”.
Nella Giostra del Saracino i quartieri in cui è divisa la città, Porta del Foro, San Andrea, Porta Santo Spirito e Porta Crucifera, si sfidano per aggiudicarsi la lancia d’oro. I cavalieri al galoppo, armati di una lancia di legno, puntano al buratto (bersaglio di forma umana) e al suo scudo decorato con 4 sezioni, ognuno di valore diverso; vince il quartiere i cui cavalieri, durante i due turni sul sentiero di giostra, ottengono il maggior numero di punti. Questa singolare “giostra” sembra prenda spunto dalle antiche esercitazioni militari che svolgevano i cavalieri medievali; nell’addestramento si esercitavano a colpire manichini che, nel periodo delle crociate, rappresentavano gli avversari, mori e saraceni. Da qui dunque anche l’origine del nome dell’evento.