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La coltivazione del castagno definito da Pascoli “l’albero del pane” ha origini antichissime e risale all’anno mille quando fu necessario far fronte al crescente aumento demografico e il frutto divenne la fonte principale di sostentamento della popolazione.
Neccio nel dialetto garfagnino significa castagno; la farina di Neccio della Garfagnana DOP con il suo odore di castagna è oggi impiegata per la produzione di dolci, presenta un colore tra il bianco ed il giallo pallido ed è leggera al tatto e al palato.
Le castagne raccolte in autunno vengono messe ad essiccare sopra ai cannicci nei metati (costruzioni in muratura). Sotto ai cannicci viene alimentato un fuoco leggero che asciugherà lentamente le castagne per almeno 40 giorni. Quando pronte, verranno sgusciate e macinate a pietra. Tra le ricette realizzabili con questa farina è possibile assaggiare la polenta, il castagnaccio e il pane della Garfagnana. Dal 1998 è stata costituita l’Associazione Castanicoltori della Garfagnana per promuovere e tutelare questo antichissimo prodotto.