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Confetto a riccio o come viene chiamato dai pistoiesi confetto “birignoccoluto”, è il confetto dell’antica tradizione artigianale di Pistoia. Le sue increspature fanno da corazza al morbido interno; è di colore bianco ed ha un retrogusto di vaniglia, mentre il suo ripieno è di semi di anice o di coriandolo.
Nelle antiche ricette si era soliti riscaldare lo zucchero il quale veniva versato a caduta sul confetto. Per poter godere al meglio del suo sapore, esso va fatto sciogliere delicatamente in bocca fino ad arrivare alla sua polpa. La lavorazione di questo prodotto richiede passione e pazienza. Gli ingredienti per dargli vita sono versati nella tipica “bassina” un recipiente di rame e poi ricoperti da un velo di zucchero bianco. È importante in questa fase prestare attenzione alla temperatura affinché il confetto non perda l’arricciatura. Nelle versioni più golose la sua anima è ripiena di nocciole, canditi, cioccolato o caffè
Questo particolare dolce, era offerto sin dal 1300 nelle colazioni servite ai nobili, ai vescovi, ai magistrati per festeggiare il Santo Patrono Jacopo. La popolarità di questi dolcetti si è intrecciata anche con la storia del cinema quando il regista Federico Fellini li ha usati in una scena del Carnevale di Venezia del film “Casanova” del 1976. Ai confetti è legata anche un’altra curiosità: il nome “coriandoli”, quelli tipici del Carnevale si deve alla tradizione di gettare confetti dalla finestra al passaggio del vescovo (definita una “gran salve di coriandoli”); tali coriandoli altro non erano che il ripieno dei confetti.
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