Pieve Santo Stefano è un paese toscano, in provincia di Arezzo, al confine tra Romagna e Umbria.
Qui, nel 1984, Saverio Tutino, giornalista e scrittore, ha deciso di dare vita all’Archivio Diaristico Nazionale per conservare diari, biglietti, lettere e testimonianze di persone comuni.
Parole provenienti da tempi remoti e riunite in un luogo fisico che custodisce queste testimonianze che è importante non vadano disperse.
Tra le numerose testimonianze, preservate nelle stanze dell’Archivio, alcune sono davvero uniche.
Una su tutte riguarda Clelia Marchi, contadina del mantovano, protagonista di una storia semplice ma straordinaria: la trascrizione della propria storia su un lenzuolo.
Anteo, marito di Clelia, scompare nel 1972 e la donna, dopo questo momento di profondo dolore, decide di raccontare la sua vita utilizzando questo supporto assolutamente inusuale. Perché questa scelta così particolare? Clelia racconta da sempre che essendo le lenzuola non più consumabili insieme al compagno tanto amato pensò di utilizzarle come mezzo su cui comporre la sua autobiografia.
È emozionante pensare a Clelia intenta ad aprire l’armadio della sua stanza, scegliere le lenzuola di lino più belle e stenderle sul letto e incominciare a scrivere. Un contesto intimo e delicato che grazie all’Archivio può giungere a tanti.
Un patrimonio quello dell’Archivio che va dal ‘700 fino ai nostri giorni, un osservatorio straordinario su quello che siamo stati, su quello che siamo e che permette di avere una lettura privilegiata sul futuro.
L’Archivio e il Museo sono ovviamente interessati anche alle testimonianze più recenti e da qualche anno vengono preservate anche mail e contenuti dei social network.